La domanda era prevedibile, annunciata e così ci tarla la mente: ‘st’ anno la Lazio ce ritorna in Champions?

La Serie A s’è salutata con una sconfitta, che proprio bene bene non mi stava diciamo, ma soltanto perchè la Lazio si portava appresso una bella prima parte di campionato e, mi sarebbe piaciuto assai, chiuderla in bellezza.

Mensione speciale: la linea difensiva tra le migliori in Italia, storia di riscatto e potrebbe servire come monito pure per Lotito.
Basta poco, scegliere le persone giuste soprattutto, senza presunzione di sorta.

Dopo la prima partita, la domanda che mi nasceva proprio spontanea era la stessa di sempre : è l’anno buono? (Per il ritorno in Champions, s’intende)

La Lazio di Maurizio Sarri lo meriterebbe eccome.
Sia chiaro, è un pensiero personale perché di pensieri ognuno ha i suoi, ci mancherebbe.
Ma io parlo di carattere… e non come la sfilza di elementi imbarazzanti che ci siamo puppati negli anni, gente appena trentenne che aveva l’energia di una lenticchia.
Per restare in tema festivo.

Da qui a dire di aver apprezzato in totally il percorso ce ne passa, tra Serie A ed Europa League c’è un abisso, pure due se volete.

Ed ho citato giusto il caso più lampante, perché poi la verità è che io non in Europa League mi sarei accollata la Primavera piuttosto che guardare i titolari contro il Midtjylland.
Alcuni, sui social, c’hanno sguazzato in quella situazione, io invece mi sono concertata sulla reazione da uomini e non da fantocci.
Sarebbe stato facilissimo cadere dopo una roba come quella vista in Danimarca, o dopo la noia abissale che fu il pareggiotto 0-0 con lo Sturm Graz.

Da una parte ero incazzata come quando finì “Devious Maid” con un clamoroso cliffhanger e non rinnovarono per una quinta stagione, dall’altra però mi aveva fatto apprezzare ogni aspetto del campionato, la soddisfazione di una Lazio completa e risolta a prescindere da qualsivoglia avvenimento attorno.
Forget Midtjylland– per inciso.

E mentre l’Europa, infatti, passava tra imprecazioni e pennichella preventiva, in Serie A se raccontava altra roba e cioè 12 gol in 3 matchs.

Quando si dice che ogni partita è solo una partita. Oh, fly.

BEST OF 2022?
Cacciate fuori gli hilights di Atalanta – Lazio e usateli come pubblicità progresso.

Del resto…. I biancocelesti rispecchiano in pieno la quasi totalità del cliché calcistico: giornate a crucciarsi, altre passate a perculare malamente Mourihno.

Masochismo, stillicidio, chiamatelo come volete, ma la vita der tifoso non è mai tranquilla.

E come ogni anno, arriva l’ultimatum – ormai si sa – la zona Champions come obiettivo primario.
A me ‘sta cosa fa proprio impazzire, la Lazio che in una scala che va da schifo ad esaltazione fa l’en plein di ogni emozione umana che, “perdo la testa come Kevin“, scansate proprio…

Ma sono fantastici, su!

In ultimo ci tenevo a dissociarmi ufficialmente dalla campagna diffamaroria contro la Conference League.
È un mappazzone, su questo non ci piove, ma non è giusto considerarla inconsistente, come non sarebbe giusto gettare la spugna.

Comunque….
A Lotito interpretare la parte del “padre padrone” – di suo non brilla certo per simpatia, questo è sicuro – gli è riuscita benissimo.
Ma c’ha anche regalato il colpo di scena finale quando ha sfoderato il carattere, che aveva risparmiato in più di vent’anni, portandoci Maurizio Sarri.

La verità, poi in fondo, è che il mister è perfetto: avrà i suoi difetti, per carità, ma non è uno zerbino con zero spina dorsale.
Si espone senza defilarsi come fanno in tanti, non aggiusta in maniera paracula il tiro solo per racimolare consensi.
E per me questo basta.
Primo perché come mister non avrei potuto chiedere di meglio, a ‘sto giro.
Secondo perché si prende SEMPRE la responsabilità delle sue parole e delle sue scelte, argomentando in modo chiaro e coerente.

Altro che storie, se questo sarà l’anno bono per tornare in Champions e regalare un mesetto di puro godimento, gioia gaudio in due regni, il mio eroe sarà luiiiiiiiii: MAURIZIO.

Simplemente, Xoxo.

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