«La S.S. Lazio comunica di aver ceduto definitivamente il calciatore Vavro Denis alla FC Copenaghen».

La Lazio è quel mondo fuori dal mondo, ameno e meraviglioso dove trionfa la fantasia. Vale un po’ tutto e soprattutto il contrario di tutto. 

Nonostante ricordiamo molto bene le attenzioni incentrate sulle cessioni, e non solo su Romagnoli, con tanto di trattative mostrate a favore di social, se ti chiami Vavro,… eh, lì sono caz*i. 

Specialmente in questo esatto momento dove la demagogia spiccia la fa da padrona. 

 Denis, infatti, ha rischiato il clamoroso incidente diplomatico. Dopo aver ammesso di odiare la Lazio durante una diretta Twitch, avrebbe potuto far saltare la trattativa con Claudio Lotito furioso e pronto a far valere la questione di principio. 

Avoja a spiegare che il tuo fastidio non era contro i tifosi. 

Vavro ha detto solo quello che gli faceva comodo dire per racimolare un like dai supporter danesi facendo leva sul buonismo populista. 
Una serie di banalità infinite, una sfilza di luoghi comuni. 

Ma che questa trattativa era poracciume, l’ha dimostrato il calciatore stesso in decine di occasioni e tornando su una questione GIA’ CHIUSA: a Roma non ci voleva tornare, la Lazio gli ha prosciugato la gioia di vive’. 

E giù a recitare ancora un po’ la parte della vittima che è rimasta intrappolata. 

Capite a che livello siamo?

Vorrei aggiungere una cosa, comunque. 
A me non importa nulla se schifi o meno la Lazio, mi frega meno delle cattiverie random, il fegato non me lo farà scoppiare di certo un Vavro qualsiasi. 
Ma che un professionista parli in modo becero, mi fa girare le balls ed è giusto che si puppi le conseguenze, amen. 

Nel frattempo ero preoccupata per l’assenza di schiuma alla bocca del Copenaghen di fronte al braccio di ferro di Lotito. Ero preoccupata perché pensavo che pure i danesi avessero sentito odore di sòla. 

Praticamente l’unica cosa che mi è rimasta impressa della permanenza di Denis Vavro a Formello è un po’ quello che mi è rimasto di un tronista di Uomini e Donne qualunque. O meglio, tra le uniche cose che mi ha suscitato, sicuramente il ricordo di Copenaghen , appunto.

Stai a vedere che ogni tanto le CESSIONI sono davvero più credibili dei jeans che promettono di alzarti le chiappe!

Per anni cercavo ogni inquadratura di qualche antro oscuro della panchina.
Non ricordavo manco i connotati di ‘sto ragazzo. 

Dai su, un flop da 12 milioni non va giù, nemmeno col gaviscon.
Cioè, un giocatore strapagato dal talento paragonabile solamente alle qualità recitative di Alex Belli.

Oh, comunque, Denis, bella per te, se ti andrà bene a Copenaghen, sarò felice. Auguro sempre il meglio e, nella sostanza, lo farò anche stavolta. 

Peccato, è stato breve e non intenso, adesso accatastati pure insieme agli altri trash-addicted da dichiarazioni alla Balde Keita, ciaone.

Simplemente, Xoxo

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