Se mi chiedessero la definizione di “poracciata“, consiglierei di rivedere su YouTube la storia della breve panchina di IGOR TUDOR con annessi LIVE FROM FORMELLO e summit.

Sbaglio o è stato l’epilogo più imbarazzante dopo Bielsa?
E dire che ce ne sono stati assai di momenti cringe, ma ad una certa, stavolta s’è sfiorato un nuovo record.

Io la butto lì: non sarebbe stato meglio, invece che scomodare tutta ‘sta gente, far traghettatre per due mesi la Lazio da Martusciello per poi pensare a tavolino un ritorno di SARRI con le idee più chiare?
Ma no, ecco Tudor e poi auto-botolamento per creare un qualsivoglia hype.

Vi giuro, vorrei essere dolce, vorrei scrivere su IGOR una valanga di commenti emozionali.
La verità è che, letta la notizia, sono stata emotivamente coinvolta come davanti ad una puntata de L’isola dei famosi, ecco.

C’ho pure provato ad appassionarmi, davvero, però come facevo?
Una panchina iniziata “du’ giorni fa” tra scelte assurde che non hanno ripagato, gente -dapprima inamovibile- a cui dedicava meno spazio di quello dedicato a Sepe e, il tutto, contornato da entisiasmi della durata di 10 minuti scarsi.
Un allenatore sbrigativo e sempre così freddino, che mi risulta difficile anche solo provare una basica forma di empatia.

Passare da Sarri al croato è stato, per me, abbastanza traumatico, devo dirlo.
Abbiamo assistito a due mesi tra una combo di partite buttate lì nel polemicozzo infinito.

Tornando a noi, dopo l’epilogo di quest’ultima trashata, mi sa che anche il dubbio su come siano andate le cose nello spogliatoio rimarrà, almeno ai più.

È durata il tempo di uno starnuto l’avventura di Igor sulla panchina biancoceleste.
Annunciato il 18 marzo come successore di Maurizio Sarri, ha portato la squadra alla qualificazione in Europa League ma, lo stesso, qualcosa si è rotto con la società.
Negli ultimi giorni ci sono stati incontri che non hanno fatto che rimarcare le differenze tra visioni e prospettive.

Tudor, partito per le vacanze, ha deciso di fare un passo indietro e di dimettersi.
Intanto si fanno i nomi dei possibili sostituti: da Massimiliano Allegri (sogno di Lotito), a Marco Baroni reduce dalla splendida salvezza sulla panchina del Verona e Ivan Juric che ha chiuso la sua avventura al Torino. Ma si parla anche di un clamoroso ritorno di Maurizio Sarri.

Il tira e molla con Lotito, alla fine ha sfiancato Tudor o viceversa? Il mister aveva indispettito anche i tifosi della Curva Nord che, nella notte tra martedì e mercoledì, dopo la fumata grigia del secondo summit tra le parti, avevano esposto fuori dallo stadio Olimpico uno striscione.
“Come allenatore da valutare, come uomo Tudor uomo di merda”.

Quindi il sospetto che, messo con le spalle al muro dal malcontento che iniziava ad udirsi nell’aria, abbia fatto la scelta più facile tanto per dare al suo percorso una conclusione scenografica rispetto ad un mesto botolamanto da parte di Lotito, è più che un’ipotesi secondo me.

Per quanto riguarda il tempo trascorso insieme al tecnico croato, lo riassumo così:
Non c’ha fatto vedere una degna conclusione del campionato, soprattutto con l’ultima dichiarazione a favore di telecamera.
Tutto terminato in sordina con un noiosissimo pareggiotto inutile.
Non c’ha fatto assistere alla passerella di Luis Alberto che, a quanto si mormorava illo tempore, avrebbe dovuto essere l’ultima con l’aquila sul petto.
Lo spagnolo snobbato manco fosse il figlio della serva, lasciandoci appesi con l’immagine di epici scazzi.
L’agognato quinto posto liberatorio…era rimasto a….

Alla luce di tutto ciò, sul coinvolgimento emozionale del mister per la piazza laziale, ci metterei la mano di José Mourinho sul fuoco, vi dirò.

(Visto che Lotito non disdegna l’arte del riciclo, rimetterci SARRI in panchina pare brutto?)

Baci baci, Xoxo 💋

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