"Per le notti piene di idee e di dolci malinconie.

Buona fortuna che non basta mai,
A te che te ne vai".
(Buona fortuna, Claudio Baglioni)
Se qualcuno, dopo Crotone anni indietro, mi avesse detto che sarei stata qui a dispiacermi per la partenza di Caicedo, lo avrei perculato così malamente che "manco ai figli della serva".
Invece, vi do una notizia, forse scioccherò qualcuno, ma solo gli stupidi non cambiano idea.
"So di non sapere", è Socrate che manda avanti il mondo dalla notte dei tempi.
Per chi di seconde chance ne sa qualcosa, la storia di Caicedo non suonerà affatto nuova.
La storia di Caicedo è così laziale che la metà basta.
Quando durante un pomeriggio di fine agosto, dopo anni di chiacchiere sul va-resta-va-resta-vuole-andare, ho scoperto che FELIPAO stava andando per davvero, First reaction shock.
Partito tra i fischi, salutato con dolore.
Un’ottima risposta a tutti coloro, me compresa, che ancora si ostinano a sostenere che i GIOCATORI sono solo quelli col blasone, quelli che risultano sempre impeccabili grazie al nome sulla casacca.
Gente, rassegnamoci, non esistono solo i fuoriclasse, c’è poco da fare! Esistono i grandi lavoratori, testa china sul pallone, quelli capaci di riscrivere il proprio destino con umiltà, quelli che, anche se tra 10 anni non ne parlerai più, un segno del loro passaggio lo hanno lasciato comunque.
E sono quelli a cui poi, alla fine della fiera, vuoi bene.
Ad ogni partita di FELIPAO, mi ritrovavo a pensare ‘Ok, per me potrebbe finire qui‘, e finiva tante volte per davvero con il salvataggio all’ultimo minuto di capre e cavoli.
E spesso lo trovavo paradossale, 10 minuti di gara li consideravo una penalizzazione mentre la Lazio prendeva il punto che serviva a mani basse.
Ed è giusto, allora, che la fortuna si vada a cercare altrove, dal Colosseo alla Lanterna.
E Caicedo sarà a Genova, indicativamente fino al 2024.
A colpirmi, giovedì sera una settimana fa, la strana sensazione di averlo osteggiato all’inizio e poi ammettere che, invece, è di tutto rispetto.
E questo mio strano sentimento l’ho riscontrato anche sui social, dove gli "in becco all’aquila" nonostante la scelta di andare via sia stata la sua, si sono sprecati. 
Ora, che possa piacere a tutti ci sta, ci mancherebbe, ma questo affetto non credevo avrebbe finito per farmi venire un po’ di nostalgia nei confronti di uno a cui, pian piano, mi ero affezionata. E poi all’ "OMO SPONDA"  come si poteva non voler bene?
Che tutti questi elogi siano dovuti all’ iniziale partenza sbagliata fino ad arrivare alla consacrazione, alle reti pesanti, all’esultanza al derby ai salvataggi all’ultimo minuto… Insomma, la storia di FELIPAO è talmente tanto laziale, che già me manca.
È allucinante, ‘sta storia è talmente laziale che me la son legata al dito e non la mollo più. 
Ma veniamo alla sua cessione: da un confronto con ‪Muriqi ne sarebbe uscito vincente. 
Il Genoa, e di questo sono sicura prendete appunti per il fantacalcio, riuscirà a valorizzarlo, ha una fisicità ed un’intensità che non possono certo passare inosservate. Non ha bisogno di tanti fronzoli, di fare spettacolo con giocate sontuose e con mille elementi che gli si muovono intorno, lui il suo meglio lo da in versione grezza ed è in questo che l’ho sempre visto più a suo agio. 
Ma alla fine io lo trovavo l’omo che fa senti’ la presenza sempre, persino in quelle partite noiose dove per stare sveglia mi serviva una Red bull.
La verità è che nonostante le mie spietate critiche iniziali, sono una stronza lo so, mi spiace tantissimo.
Un buon calciatore, non il migliore,  un ragazzo pulito che ha dato tutto in maniera trasparente.
Gli  auguro il meglio perché se lo merita.
Ma, alla fine, i giocatori umili vincono sempre. E a me un happy ending come quello del Panterone mica è mai dispiaciuto..
"Cari tifosi della Lazio come tutte le grandi storie c’è un inizio e una fine. Una storia lunga e bellissima, fatta di momenti difficili e di momenti fantastici, grandi emozioni, grandi vittorie. Provo in questo momento tanta emozione nel salutarvi e ringraziarvi per tutto l’affetto che mi avete regalato. Finisce qui la mia avventura con la Lazio. Ricorderò con amore ogni momento in cui ho vestito la maglia della Lazio. Grazie a tutti per come avete accolto me e la mia famiglia. Ci legheranno sempre quei gol al 90′ minuto, gioia e passione. Voglio ringraziare i compagni di squadra, la società, i magazzinieri, lo staff medico e tutti quelli che hanno lavorato a Formello e che mi hanno fatto sentire come a casa. Spero di essere riuscito a ripagarvi col mio impegno e la mia professionalità. Un abbraccio a tutti… AMAMI O FACCIO UN CAICEDO".
(Lettera di Caicedo a tutti noi)
Simplemente, Xoxo.

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