La storia c’è chi la scrive e chi la racconta, noi faremo entrambe le cose. “Ciò che fai in vita echeggia nell’eternità” e questo accadde quel 26 maggio, quando la Lazio aggiunse un nuovo capitolo, uno dei più importanti e lui, l’uomo che volò più di tutti vicino al sole: Senad Lulic.

 “Scarparo”, “casinista”, in tanti modi viene definito il nostro numero 19, ma ce ne fossero di combattenti come lui, quelli che non si arrendono mai, tignosi, magari scomposti, poco raffinati sì, ma Senad c’è sempre, come ci fu quel pomeriggio del 2013 e quando ci salvò parando un pallone impossibile contro il Napoli. 

Nato il 18 gennaio a Mostar, arriva alla Lazio nel 2011 totalizzando 20 reti in 163 presenze, centrocampista, difensore occasionale, insomma senza un ruolo e capace di coprirli quasi tutti. A vote grezzo, eccessivo di carisma, quello che riconosci subito perchè lo vedi correre a zampate scomposte, ma anche l’ultimo a mollare.

Di Senad se ne possono dire tante, ma tutto si riassume in ciò che disse lui “C’è ricrescita, ma non c’è rivincita” arrogandosi il diritto ad essere quella storia che si racconterà di padre in figlio. Lui che forse è vero, quel “71” gli andava anche un pò stretto poichè non era tutta la sua carriera, ma che adesso la Lazio la sente sotto pelle, talmemnte tanto da aver alzato un polverone per i calzini più famosi d’Italia per sottolineare , ancora una volta che no, agli sfottò degli “altri” non ci sta.

Battiamo le mani ai veri laziali: Buon compleanno Senad!

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