“E’ l’amor che move il sole e l’altre stelle”, così scrisse Dante nell’ultimo verso del Paradiso nella Divina Commedia e proprio l’amore di Tare sembra voler far muovere il mercato biancoceleste intorno ad un suo pallino: Fabio Borini.

La fissazione del Ds capitolino per l’attaccante del Sunderland è cosa nota ed i rumors si scatenano, ma anche se ci sono stati dei contatti nessuna trattativa è mai stata messa sul tavolo, ricordiamo che l’ingaggio del calciatore è 3 mln a stagione e sfora il budget lotitiano. Sulla cresta dell’onda c’è anche un altro nome, quello di Van Persie, che forse arriverebbe con due anni di ritardo ed un infortunio pesante procuratosi nella sfida nazionale Italia- Olanda (takle di Chiellini).

Che il prezzo del cartellino sia notevolmente sceso va anche bene, ma basta reclutare pazienti per Paideia oramai tristemente conosciuta come la succursale di Formello. Evviva, evviva, rallegratevi tutti, è quasi tempo di mercato ed il tam tam mediatico è sulla linea di partenza pronto al via: Alla Lazio sono stati affiancati decine di nomi tra calciatori ed allenatori, alcuni anche ridondanti e non mi meraviglierei se tra poco si vociferasse anche di un prossimo sbarco di Suarez a Fiumicino, perché in fin dei conti chi più ne ha più ne metta e chi la spara più grossa linka il doppio! Parlando di mercato biancoceleste sembra quasi che tanti si divertano ad imbastire le favole della buonanotte per tirare poi una testata dritta nello stomaco dei tifosi che aspettano, della serie “non è vero ma ci credo”. A farla da padrona, vi è anche il terrorismo psicologico dei rumors che associano Biglia, Keita e tutti i gioiellini laziali ad altre squadre, questo periodo ad esempio è in voga l’Inter. Lotito vuole riportare la Lazio nel calcio che conta questa l’overture di ogni sessione di mercato, tante parole e promesse , ma credete ancora alle storielle?

A Formello non vi è nessuna scarpetta di cristallo, nessun rospo diventato principe, nessuna fiaba della buonanotte perché la realtà la conosciamo tutti e porta il nome di Bisevac, Hoedt e l’esercito caro a Tare, quello degli svincolati! Le parole del presidente capitolino sono la versione adulta della favola di Babbo Natale per i bambini ed arriva il triste giorno in cui scopri che l’omone con la barba non esiste, quel triste giorno si chiama “chiusura del mercato all’Atahotel”: Non esiste nessun Dybala lasciato sotto l’albero. In questi ultimi anni Formello ha visto disfare le valigie a pochi giocatori di valore e quando era tempo di fare quel salto di qualità indispensabile, la dirigenza ha optato per farne invece due indietro al grido di “Squadra difficilmente migliorabile”! Klose, Biglia, Candreva, De vrij sono alcuni dei colpi portati a segno, ma con così pochi lo squadrone non lo fai, sarebbe come voler fare un minestrone perché hai due foglie di insalata e pensi “verde è verde quindi basta il colore”.

Nel momento in cui da un terzo posto si poteva aspirare ad un’altra stagione di alto livello e perché no, anche ai gironi di Champions, si è scelto per giocatori che rasentano la Lega Pro. Senza metter mano al portafoglio purtroppo il mercato non lo fai. “Parsimonia” è la parola d’ordine che dal 2004 accompagna la dirigenza capitolina nel nome di Claudio Lotito perché la filastrocca è sempre la medesima: le casse piangono e bisogna risanare il bilancio della società. La vera ristrutturazione in casa Lazio non è solo nei giocatori e nella panchina, bisognerebbe ripartire dalla mentalità del presidente che ad ora tutto è tranne che ambiziosa. Cosa aspettarsi mentre si aspetta? Niente! Prepariamoci come il solito a fare da spettatori alle altre squadre mentre comprano campioni, un bel film a lieto fine che è solo sui migliori schermi e mai in casa nostra. Ci sarà il colpaccio?

Ce ne dovrebbe esser più di uno, ma il colpaccio verrà a noi quando come sempre ci sarà presentato l’ennesimo “parametro zero” spacciato per campione, riserva di chissà quale minima serie, Primavera o che dir si voglia, di chissà quale campionato!

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