L’ennesima convincente prestazione dell’esterno senegalese, deve fungere assolutamente da monito alla Lazio affinchè quest’estate non lo ceda.

I difensori del Palermo, soprattutto quelli che domenica sera componevano l’asse di sinistra (il giovane terzino Pezzella e lo stopper Andelkovic), avranno ancora  un forte mal di testa. Sfortuna per loro che il nuovo tecnico Inzaghi, a differenza di quanto invece non faceva l’ormai ex Pioli, ha deciso di impiegare dal primo minuto il senegalese Keita. Il giovane esterno biancoceleste, ci ha messo poco ad  impattare in maniera davastante sulla partita; neanche il tempo di cominciare che con le sue accellerazioni ha messo lettaralmente a soqquadro la retroguardia rosanero, propiziando in appena quindici minuti, il goal che ha portato in vantaggio i suoi e ha dato così una sterzata decisiva per la Lazio, verso i tre punti.

In  questa stagione fallimentare per i capitolini e che potrebbe essere salvata soltanto da una clamorosa quanto insperata qualificazione dell’ultimo minuto in Europa League, il numero 14 è stato uno dei pochi a salvarsi e del resto le statistiche parlano da sole: 4 reti, 2 assists con la media di 1.73 tiri a partita nello specchio della porta e soprattutto di 2.04 dribbling a match in appena dieci partite da titolare  e sedici da subentrante, lo rendono attualmente il migliore esterno offensivo della rosa. Possibile allora che Pioli non lo vedesse?

Non vogliamo pensare che l’allenatore emiliano abbia di colpo smarrito la bussola, allora proviamo a dare una spiegazione plausibile quanto logica. Il suo modo di giocare con un 4-3-3 impostato sulle ripartenze e con due esterni offensivi larghi sulle fasce, richiedeva la scelta di due calciatori in grado di saper fare sia la fase difensiva che quella offensiva e dunque ecco spiegato il maggior utilizzo di Candreva e Felipe Anderson. L’avvento di Inzaghi, sembra invece aver portato una ventata di novità. Il modulo  all’apparenza sembra lo stesso ma in realtà non lo è perchè l’ex tecnico della primavera lo ha  personalizzato con una pennellata di originalità, basandolo su una impostazione tattica piu’ aggressiva, con pressing alto ed esterni d’attacco piu’ vicini all’unica punta. La linea mediana è stata infatti rinforzata con i muscoli ed il dinamismo di Onazi e questo ha permesso di liberare  Keita da compiti difensivi per dargli la possibilita’ di dare sfoggio di tutte le sue abilità da giocoliere.

Come concludere dunque l’articolo, se non con un “preserviamo Keita, patrimonio della Lazio nonchè uno dei maggiori talenti attualmente in circolazione”?

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