Galeotto fu il derby a Pioli. L’avventura del tecnico emiliano alla Lazio si conclude in malo modo.

L’immagine di El Sharawy che ad inizio partita si tuffa beatamente nella deserta piscina dell’area di rigore biancoceleste e spruzza negli occhi di Marchetti un getto d’acqua che lo acceca in modo fulmineo, fotografa alla perfezione la stagione disastrosa che ha vissuto sin qui il pacchetto arretrato laziale e, piu’ nello specifico, tutta la squadra di Pioli. Ancora una volta la coppia di centrali Hoedt-Bisevac oppure Hoedt-Mauricio (anche invertendo i fattori, il risultato è sempre lo stesso secondo la piu’ nota proprietà intransitiva), risulta essere l’anello debole di una squadra sempre piu’ alla deriva, un muro di cristallo troppo fragile e facile da infrangere per qualsiasi arsenale offensivo, ancor di piu’ per il forte e rinnovato pacchetto avanzato di Spalletti, il quale ha vita facile prima nel penetrare come un coltello nel burro nelle maglie avversari, per poi divertirsi a prendere a pallonate il povero Marchetti. Alla fine sarà un 4 a 1 molto pesante, difficile da digerire per i tifosi, stanchi di vedere come al solito la propria squadra scendere sul rettangolo verde senza la giusta motivazione e senza mostrare gli attributi. Quando poi questo atteggiamento lo si palesa anche nella sentitissima stracittadina, allora diventa davvero troppo…. Eppure la nave sembrava essere salpata tranquillamente dal porto degli spogliatoi dell’Olimpico, senza incontrare alcun ostacolo di navigazione. C’erano tutte le premesse per veleggiare speditamente verso un risultato positivo. Il cielo era contornato da un sole piu’ estivo che primaverile ed il meteo segnalava temperature davvero incoraggianti. E poi? Quando tutto sembrava funzionare alla perfezione, quando sia Candreva che Felipe Anderson sembravano sul pezzo, nonostante qualche incidente di percorso (male Cataldi e Parolo in balia dei dirimpettai Nainggolan e Keita e Patric in affanno su Perotti), il solito e ormai prevedibile ammutinamento dei marinai addetti al compito di sentinelle, trasforma di colpo il veliero in un Titanic che sprofonda lentamente nell’abisso di un oceano che con il passar dei minuti diventa sempre piu’ profondo, che inghiotte voracemente i resti di ciò che rimane dell’equipaggio aquilotto. Questa volta pero’ non è solo colpa dei soliti noti. A concorrere colposamente nella disfatta è anche il comandante, il quale sbaglia nell’affidare il timone dell’attacco a Matri, ma  ancor di piu’  a lasciare per l’ennesima volta in panchina lo sguizzante Keita, il migliore dei suoi da quando ha fatto il suo ingresso sul rettangolo verde. Non che Candreva ed Anderson abbiano fatto male, sia ben chiaro….ma il suo incappare continuamente nella solita recidiva, fa davvero rabbia perchè risulta incomprensibile il motivo per cui l’unico calciatore in grado di saltare in modo chiaro, netto e pulito l’avversario, sia costretto a subentrare sempre in corso d’opera. Certo, la gara non avrebbe sicuramente assunto una rotta diversa, ma l’immediato feeling tra l’esterno d’attacco spagnolo e l’ariete tedesco, ha dato la giusta scossa a tutta la squadra e ha fatto salire, anche se per un breve lasso di tempo, l’asticella dell’entusiasmo, prima che fosse spento definitivamente dalla giornata da film horror del reparto arretrato, che giusto per non farsi mancare nulla, ha completato l’opera nel finale, permettendo prima a Dzeko e poi a Perotti, di andare a bersaglio con una facilità disarmante (per essere pignoli e precisi, la esentiamo ovviamente da ogni colpa soltanto per lo splendido goal a volo di Florenzi). Che dire quindi se non un speriamo che la scialuppa di salvataggio remi piu’ in fretta possibile verso il punto di destinazione?

I migliori

Keita: Come al solito, uno dei pochi a salvarsi nell’orrida stagione laziale. Per l’ennesima volta parte dalla panchina ma per l’ennesima volta, cambia marcia al reparto avanzato con i suoi dribbilng da giocoliere. Un talento da preservare e custodire nella Lazio che verra’

Klose: A 37 anni suonati, si dimostra molto piu’ motivato di alcuni suoi compagni, incitandoli a non mollare mai. Difatti prova anche a suonare una timida carica con il suo bel colpo di testa che anticipa Szczesny in uscita e si trasforma in un assist per Parolo che deve solo poggiare in rete a porta vuota, ma purtroppo tutto si rivela inutile. Calciatore di altro livello, sinonimo di professionalita’

I peggiori

Quasi tutti, anche se Bisevac e Hoedt, vincono per distacco, sbagliando praticamente tutto. Un gradino piu’ sotto ci piazziamo Patric (in totale balia di Perotti), Cataldi (stagione da dimenticare) e Parolo che pero’ si salva parzialmente, con il gol facile-facile della bandiera.

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