Tanto bella in Europa, quanto evanescente in campionato: solita Lazio bipolare che continua ad illudere e deludere. Lunedì nero, anzi neroverde per i biancocelesti, arriva l’ennesimo stop stagionale e la classifica piange.

Pioggia e campo ai limiti della praticabilità, eppure non impossibile o almeno per il Sassuolo. La fortuna ha guardato altrove sulle azioni pericolose questo è vero, ma ricordiamo anche il “Mauricio horror story”, racconto di un difensore che altruista, regala rigori agli avversari. “Scaraventare in terra” perchè dove non arriva la tecnica, arriva l’irruenza tanto inutile quanto problematica che ha messo la prima ipoteca sul match. Domenico Berardi ringrazia per un altro numero nella classifica marcatori. Gli sbagli in campo son cosa nota, ma qui si esagera, il brasiliano continua a portarsi il cartellino direttamente da casa, allora mi vien da chiedere: ma un giretto in Lega-pro? Così solo per rispolverare un pò i piedi e come si gioca a pallone. La Lazio rimane aggrappata all’Europa per salvare quel minimo di entusiasmo e di tifoseria in una stagione in cui l’Europa oramai è sfumata. L’Olimpico così ha parlato: Berardi e Defrel dicono “no” ed i capitolini si fermano. Il Sassuolo è una squadra compatta e combattiva che forse andava presa con più pesantezza e basta leggere il campionato dei neroverdi, sorprendente, per nulla scontato, soddisfacente e quasi all’antitesi del percorso laziale. Niente da dire su Eusebio Di Francesco ed i suoi, anzi, forse ci sarebbe da imparare.

I MIGLIORI IN CAMPO- Top per modo di dire e della serie “salviamo il salvabile”, andiamo a vedere quelli che sono stati non eccezionali, ma discreti, perchè un pò di ottimismo lo vogliamo far rimanere. Berisha nella ripresa si fa perdonare per un’uscita a vuoto da brivido nel primo tempo, evidentemente arrivavano flussi da Marchetti, e blinda la porta sul tentativo di Berardi che poteva essere davvero un ko pesantissimo, ma nulla ha potuto sull’ottima giocata di Defrel. Konko prende gli applausi del ridottissimo pubblico dell’Olimpico e possiamo tranquillamente dire che è stato uno dei migliori in campo. Milinkovic-Savic, tacco-punta-testa. Il ragazzetto gioca a pallone, ogni tanto si scarica, ma dopo aver corso tanto glieli passiamo i secondi di magra. Lucas Biglia, ancora una volta il “mezza squadra” e della squadra ne porta la croce, forse spiegato il motivo del vociare che vede l’argentino intento a cambiare aria. Miro Klose che sgomita, corre contro Cannavaro e Acerbi, ci prova, ma non è assistito dalla fortuna e neanche dai compagni.

SENZA INFAMIA E SENZA LODE- Parolo è stato un fantasma lì a girare infestando il campo, non è certo da buttare via e non gli si possono imputare troppe colpe, ma rispetto la scorsa stagione si è addormentato. Lulic è confusionario, così possiamo dire del bosniaco che corre, corre, ma sbaglia anche. Candreva, giù le mani da Antonio ed è ok, ma, sarà dovuto alla questione legata allo spogliatoio, la serata di ieri è stata nel segno del “no”. Primo tempo assolutamente da dimenticare e ripresa con qualche pallone tirato qua e là non incidendo. Pipe Anderson ha sbagliato molti meno palloni rispetto al numero 87, eppure è stato impalpabile e non riesce a ritrovarsi.

MALE, MALE, MALE- Difesa degli orrori! Mauricio e le scivolate inutili che regalano rigori, si becca il giallo che diventa squalifica, però mi chiedo se all’Olimpico di Torino, questo non sia una benedizione per la Lazio! Non felice della “Mauriciata” al primo tempo, prova a ripetersi nella ripresa,ma l’opera rimane incompleta e Berardi si accontenta di una sola rete non siglando la doppietta. Si spenge anche la luce su Bisevac che ci aveva regalato l’illusione nel poco tempo in cui ha giocato. Sul campo quasi impraticabile, lui prova a farsi forte della sua esperienza, ma purtroppo non basta. Male, male e ringrazia Defrel perchè proprio per l’errore nella posizione, favorisce l’azione emiliana favorendone il raddoppio. Tra i peggiori anche Pioli e le belle parole “gara decisiva” , “atteggiamento”, “approccio”, oramai lasciano il tempo che trovano. Nascondersi dietro l’Europa League ed i successi nel torneo, è un altro degli alibi che scricchiolano oramai. Testa allo Sparta Praga, ma il campionato si abbandona del tutto? La sesta posizione si allontana e prende il largo quasi del tutto, ma quanto ancora dovremmo cadere?

Rasentare il fondo e raschiare il barile sarebbe uno spettacolo indecoroso, a Torino si deve vincere e portare a casa i tre punti, senza se e senza ma. Ragazzi la sveglia è suonata!

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