Scopriamo una delle sorprese dell’Europa League, qualificatasi a sorpresa agli ottavi di finale, senza perdere sin qui neanche una gara.

Il passaggio del turno contro l’ostico Galatasaray, condito da due prestazioni piu’ che convincenti, è servito a arestituire un po’ di serenità a tutto l’ambiente biancoceleste ed ha regalato alla Lazio un piccolo primato di cui andare fieri: l’essere, inaspettatamente a dire il vero, l’unica squadra italiana a restare superstite in Europa League, dopo che Napoli e Fiorentina hanno abdicato rispettivamente davanti a Villareal e Tottenham. Ed adesso, sarà tempo di pensare gia’ agli ottavi dopo che l’urna della Uefa ha sentenziato che i prossimi avversari saranno i cechi dello Sparta Praga, usciti a loro volta vittoriosi dalla doppia sfida contro i russi del Krasnodar. Si potrebbe affermare di primo acchito, che il sorteggio è stato benevolo con gli aquilotti, ma guai a cantare troppo presto vittoria oppure a sottovalutare oltremodo l’impegno.

Le motivazioni? Agli ottavi di finale ci arrivano squadre arcigne e preparate, indipendentemente dal nome e dal blasone ed in piu’, dato da non sottovalutare, gli amaranto dell’ Est hanno sin qui sbalordito tutti,  eliminando addirittura il piu’ quotato Krasnodar, piazzatosi primo nel proprio ragrruppamento (quello C) niente di meno che davanti al Borussia Dortmund. Ma andiamo a scoprire meglio nei dettagli, il nostro prossimo avversario. Nata nel 1893 (dunque di antico lignaggio), lo Zelezna Sparta (ovvero “Sparta di Ferro”), come soprannominato nella capitale dai propri tifosi, è il club in assoluto piu’ titolato della Repubblica Ceca, avendo vinto sin qui 36 titoli tra campionato e coppe. Se attualmente i ragazzi del tecnico  Zdenek Scascny sono costretti ad inseguire nella nuova edizione della Gambrinus Liga il Viktorika Plzen, staccato di sei punti (anche se ha disputato una match in piu’), le cose appaiono pero’ andare incredibilmente meglio in Europa dove non solo sono riusciti a superare da secondi dietro lo Schalke 04, il proprio (anche se non complicatissimo) raggruppamento con un eccezionale bottino di dodici punti,racimolati senza perdere neanche una partita, ma anche ad eliminare, come gia’ detto, il temibile Krasnodar, arrivato al confronto forse con quella eccessiva sicurezza nei propri mezzi, tipica di chi e’ sicuro di fare un sol boccone della propria antagonista.

Il percorso Internazionale che ha tracciato la strada verso gli ottavi è stato sinora il seguente: due pareggi contro la capolista Schalke (addirittura un prestigioso 2 a 2 in terra teutonica), una vittoria ed un pari contro l’Astera e sei punti contro l’Apoel Nicosia ed il Krasnodar per un totale di 14 goal siglati e solo 5 subiti, dati che la dicono lunga sulla ermeticità difensiva di una squadra che disposta solitamente in campo dal proprio allenatore con un equilibrato 3-4-1-2, puo’ contare sull’esperienza del pacchetto difensivo composto dal portiere Bicik e dai centrali Holek e Nhamoinesu (africano, dello Zimbabwe) che fungono da chioccia al piu’ giovane classe 92′ Brabek. Nella folta linea mediana invece, il capitano nonchè pilastro della Nazionale maggiore Dockal, si occupa della regia, affiancato ai lati dai connazionali  Marecek e Vacha, mentre sulle ali agiscono gli stantuffi  Frydek (92′) e Zahustel (91′). L’attacco e’ infine guidato  dal nigeriano Fatai o dal trentaquattrenne Lafata (8 piu’ 11 reti, i migliori marcatori della rosa) e dallo sguizzante Krejci (92′), per un mix perfetto di potenza e agilita’.

Insomma la classica squadra operaia, tutta grinta, dinamismo compattezza, assolutamente da non sottovalutare se non si vorra’ correre il rischio di dover continuare a guardare in tv la competizione, come e’ capitato di recente ai colleghi russi.

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