La Lazio cala la quaterna ma i problemi sono quelli di sempre.

Una buona Lazio, grintosa ed allo stesso tempo vogliosa di rendere pan alla focaccia ricevuta nel match di andata, vince ed esorcizza in un solo colpo due maledizioni: quello della sua bestia nera Chievo, una squadra che storicamente ha regalato più gioie che amarezze agli aquilotti ed anche quella di una vittoria casalinga che mancava ormai dal lontano 25 Ottobre (successo con il Torino per 3 a 0). Il largo punteggio  non deve però per nulla ingannare nè far credere che i problemi di questa squadra si siano in un solo colpo risolti; i ragazzi di Pioli hanno sudato come al solito le proverbiali sette camicie tra le mura amiche, palesando ancora una volta tutti i propri limiti sia nella fase di costruzione del gioco che in quella difensiva. Del resto c’era da aspettarselo che non sarebbe stato facile. Orfani per l’ennesima volta in stagione del proprio punto medio- Biglia, da cui si diramno tutti i raggi della circonferenza della propria linea mediana e senza difensori centrali disponibili (Radu e’ stato dovuto spostare al centro come era gia’ capitato molte volte nella scorsa stagione), era stato già  messo in preventivo da Pioli di dover soffrire contro un Chievo come al solito ben organizzato e disposto in campo dal bravo Maran, abile a chiudersi e ripartire come poche squadre sanno fare in questo massimo campionato. Ed in effetti, proprio da uno di questi talloni d’achille, e’ nato il goal del vantaggio degli ospiti che ha rischiato di rendere ancora una volta l’Olimpico, terra di conquista per i nemici assetati di punti. L’errore in marcatura di Radu su Cesar, ma  ancor di più la sua recidività che ha causato in un solo colpo l’espulsione ed il rigore che poteva permettere a Paloschi di riaprire la partita se Berisha non avesse intuito la direzione del tiro, unita alla vistosa carenza di un direttore di orchestra (il seppur bellissimo goal di Cataldi non deve fungere da alibi nel mascherare le sue evidenti falle nella tessitura del gioco), costituiscono spunti di riflessione importanti che il punteggio finale non deve far assolutamente dimenticare. Tradotto in parole povere, Lotito e Tare non devono fare orecchie da mercante e girarsi dall’altra parte facendo finta di niente; occorre assolutamente un altro difensore da affiancare alla lieta sorpresa costituita dal serbo Bisevac (ancora una volta uno dei piu’ positivi) ed un regista che rimpiazzi il fondamentale Biglia quando è fermo ai box, perchè non sempre potrà capitare che un cartellino rosso cambi di colpo l’inerzia di una partita e che Candreva si carichi ancora una volta la squadra sulle spalle come solo i veri leader sanno fare, suonando la carica verso la rimonta. Per una settimana potremmo stare anche tranquilli, facendo scorrere nelle nostre menti le immagini della grande abbuffata di reti odierna, ma poi?Si avvicinerà puntuale la vigilia della prossima trasferta di Udine ed i problemi saranno gli stessi se non peggiori, visto che questa volta mancherà in difesa anche Radu per squalifica.

I migliori

Candreva: Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e questo “turbo-Candreva”, lo sa fin troppo bene. Come gia’ accaduto poche settimane fa a San Siro contro l’Inter, prende per mano la squadra e la conduce alla vittoria con una doppietta ed un assist. La sua qualita’ è fondamentale in questa Lazio, soprattutto quando il principe e’ costretto ad assentarsi.

Bisevac: Una vera e propria lieta sorpresa questo serbo prelevato a costo zero dal Lione. Sempre attento e concentrato, si dimostra forte in marcatura ma anche abile in fase di impostazione, salendo molto spesso palla al piede per eseguire il compito  che avrebbe dovuto fare Cataldi ovvero quello di smistare il pallone.

I peggiori

Radu:  La partita di oggi conferma che non puo’ giocare da centrale. Ci mette poco difatti a propiziare la rete del vantaggio ospite (si dimentica in fase di marcatura Cesar), ma e’ ancor piu’ grave l’errore del secondo tempo quando si fa aggirare da Paloschi ed è costretto a stenderlo, lasciando i suoi in dieci e rischiando di far soffrire la squadra negli ultimi minuti di gara.
Cosa ha funzionato

Il gioco sulle fasce. Dei 22 cross scodellati al centro, dieci di essi portano la firma di Candreva e Keita (rispettivamente 6 e 4 per l’esattezza), testimonianza lampante che in questo momento sono gli esterni piu’ in forma di Pioli, quelli che saltano maggiormente l’uomo e creano la tanto agognata superiorita’ numerica

Cosa non ha funzionato

La fase di costruzione del gioco. Cataldi non e’ il vice Biglia e non puo’ vivere nella sua ombra perchè diversamente rischia di bruciarsi troppo presto, considerando la giovane

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