Quest’anno il mode che la fa da padrone è il salto delle panchine ed al grido “salta che ti passa” stanno saltando proprio tutti: da Mou, passando per Benitez, fino a quelle nostrane.

Sul taccuino dei cattivi ci sono finiti quasi tutti e quelli che ancora non hanno ricevuto la minaccia esonero, non possono comunque dormir tranquilli. L’ultimo della lista è l’allenatore capitolino che siede sulla riva opposta del Tevere: Garcia suonerà col violino l’inno della Roma mentre farà la fila al collocamento! James Pallotta ha detto stop alla dieta delle baguette e gli ha preferito la bistecca toscanaccia, i giallorossi infatti riabbracciano l’ex Luciano Spalletti. E di certo noi non potevamo esimerci dal dargli il bentornato! Vi racconto del derby e ve lo racconto dalla parte della sparuta minoranza biancoceleste, in tutto e per tutto distante dai tifosi romanisti, ma se c’è una cosa che davvero ci lega a loro e viceversa, è proprio la stracittadina. Correva l’anno…

10 DICEMBRE 2006- Era la Lazio di Delio Rossi e del grande Peruzzi, una delle notti che passarono alla storia nel lungo albo biancoceleste per il perentorio 3 a 0 che ridimensionò i cugini giallorossi e la boria di Spalletti. Una rete spettacolare di Ledesma, un rigore di Oddo e una rete di Mutarelli dicono stop ed il match manda la Roma ko.

19 MARZO 2008- In biancoceleste c’erano i gregari come Behrami, il cavallo pazzo Kolarov, le pippe come Cribari, i mestieranti come Pandev e Rocchi, nonno Ballotta e Delio Rossi. Nell’opposta fazione c’era la Roma di Spalletti e Cassetti in campo, di Juan e dell’ever-green Totti. Quello però era anche il derby di Gabriele Sandri, perchè a chiedere giustizia era una squadra unica. In campo fu una botta e risposta continua: A segno nel primo tempo il gregario Taddei e poi il nostro Pandev, nel secondo Rocchi su rigore e poi l’altro precario giallorosso Perrotta. Da questo pareggio tutto si affloscia, solo i centrocampisti si danno battaglia ad un ritmo che a vederlo, ricordava il caro vecchio gioco del game boy tetris. Allo scadere del tempo regolamentare, è Mauri a mettere al centro una palla tirata a strafalcione che sembrava destinata a morire sul fondo, ma Behrami dopo una galoppata senza precedenti, quando oramai i 2 minuti di recupero sembravano solo un prolungamento inutile, davanti le facce incredule dell’Olimpico centra la rete. Perché quel gol lo ricordo con affetto? Non fu un bel gol, non fu bello come quello di Klose al 91′, ma fu davvero il regalo inatteso del buon samaritano di turno che ti salva dal collasso come fosse una legge del Karma: “karmagol”.

11 APRILE 2009- Il clima non era dei migliori e risentiva della tragedia che aveva colpito l’Abruzzo pochi giorni prima. Le motivazioni con le quali le due formazioni si presentavano in campo parlavano della Roma che cercava la rimonta al quarto posto ( al tempo utile per i preliminari di Champions League) e della Lazio reduce da un periodo infelice culminato nel ritiro a Norcia. La serata era calda, il campo perfetto e dopo l’iniziale suggestivo minuto di silenzio, gli animi commossi si accessero: espulsi Spalletti e Tare per comportamento non regolamentare nell’intervallo, seguirono poi Panucci per doppia ammonizione, Mexes e Matuzalem per reciproche scorrettezze ed ammoniti De Rossi, Pizarro, Brocchi, Mauri e Lichtsteiner per gioco scorretto. Insomma nella lista dei cattivi c’erano finiti proprio tutti ed anche , ahinoi, qualche imbecille tra le oppostte tifoserie, perchè di imbecilli fatti e finiti si parla quando succedono episodi riprovevoli che danneggiano non solo il derby, ma l’intero calcio.Dopo tre sconfitte consecutive, i biancocelesti resuscitarono nel derby capitolino battendo i cugini per 4 reti a 2 ed i fab four fuorono Pandev, Zarate, Lichtsteiner e lo scatenato Kolarov.

Spalletti torna e non troverà la bestia nera Delio Rossi, ma bensì il pacato Pioli. Questo è il nostro bentornato all’ombra del colosseo al tecnico toscano. Sarà lui a risollevare le sorti degli ex campioni d’ottobre?

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