Dopo quattro anni torna a parlare Signori che per noi laziali è e rimarrà sempre RE Signori.
Beppe Signori è tornato a parlare per chiarire la sua posizione e la sua situazione riguardo il calcioscommesse tramite i microfoni di SportItalia:
Com’è cambiata la vita di Beppe Signori da calciatore ad ex tesserato?
“La mia vita è cambiata totalmente. Sono stato travolto da una situazione più grande di me. Ho aspettato il momento giusto per tornare a parlare. E’ stato un avvenimento devastante moralmente e fisicamente. Oggi posso dire di aver ricominciato a vivere.”
Capo dei capi o vittima del sistema?
“Senza atti o intercettazioni che mi inchiodano la vedo difficile che sia il capo. Non sono io a parlare, ma altri soggetti, che cercano di dire spesso “convinciamo Beppe”. Loro parlano di me, non posso essere io il capo. Ho vissuto un incubo dal 2011 ad oggi. Sono scappate tutte le persone a me care, eccetto alcune. Spero che ora tutti abbiano capito che qualcosa di strano e non vero su di me ci sia.”
Come spiega la frase da lei più volte pronunciata “abbiate pietà”?
“E’ un semplice fatto giornalistico. Ho soltanto detto “abbiate pietà di me” non per dichiarare la mia colpa, ma per avere un po’ di pace dopo anni e anni di bombardamenti mediatici e non. Sono rimasto in silenzio per 4 anni perché le indagini erano sì concluse, ma non erano notificate. La cosa strana è che i giornali già sapevano. Ora mi sento pronto. Non ho fatto nulla, non ho ammazzato nessuno, voglio vivere onestamente e in tranquillità come una persona normale.”
Ha truccato partite attraverso dei tesserati o addetti ai lavori?
“Non ho truccato partite. Non ci sono indagati in partite in cui io sono accusato. La mia unica responsabilità riguarda l’omessa denuncia.”
E’ davvero uno scommettitore?
“Sì, sono uno scommettitore accanito. Ho scommesso sempre da non tesserato, e non l’ho mai nascosto. Scommetto i miei soldi, non quelli di altri. Le scommesse non sono nulla d’illecito. Sono una fonte di guadagno per chi di calcio ne capisce. L’importo massimo che ho scommesso è 4.000 euro.”
L’arresto?
“L’ho saputo prima dalla stampa. Mentre c’era la perquisizione a Bologna io ero a Roma. Mi hanno convocato alla stazione Termini, e li ad attendermi c’erano due poliziotti in borghese pronti a scortarmi a Bologna. L’arresto lì non era ancora notificato.”
La sentenza?
“La mia sentenza è stata vaga. C’è chi viene assolto, chi patteggia o chi viene condannato. Io sono l’unico che ha perso la sentenza per 2 a 1. Ecco perché sono stato arrestato e di conseguenza radiato. Poi il mio interrogatorio è stato fatto in uno studio di un avvocato e non in federazione, perché non ero un tesserato. Non ho mancato di rispetto a nessuno. Se sono colpevole è giusto che paghi, altrimenti è giusto che qualcun altro paghi per me. Non ho mai cambiato numero dall’89. Mi sono state regalate due schede telefoniche che non ho mai usato.”
Se potesse tornare indietro, cosa non rifarebbe?
“Sicuramente non andrei a quell’incontro con i miei commercialisti.”