C’era una volta… C’era una volta in un tempo lontano, una regola che limitava il numero degli stranieri in Serie A e c’era un tempo in cui il nostro capionato era il più ambito in tutto il mondo.
Oggi però il “c’era una volta” non c’è più e nel calcio che conta, i giovani calciatori Made in Italy si vedono le porte chiuse in faccia dai coetanei stranieri. Livello superiore? Assolutamente non è questo. Il campionato italiano si sveglia da qualche anno sempre più straniero. Una tendenza preoccupante perchè i ragazzi nostrani hanno sempre meno opportunità di mettersi in luce ed ambire alla nomea di top player. Eppure gli azzurri non scherzano mica e basterebbe chiederlo all’Azerbaijan che si è visto asfaltare: i top al top! Pensate allora a quanti piccoli gioiellini aspettano nei vivai delle nostre società sui quali l’occhio cade raramente. Cari presidenti, perchè fate sempre la spesa all’estero?
QUESTIONE DI CIFRE – Mercato a senso unico, ma non è una scelta casuale, poiché nel mercato estero ci sono delle facilitazioni economiche: una di queste consente ai club di non presentare delle fidejussioni bancarie come è necessario nelle transazioni italiane. Il secondo punto sono sicuramente le cifre fuori porta che son diverse da quelle di casa nostra. La moda del “top player” in Italia ha fatto schizzare le cifre alle stelle, mentre all’estero si possono prendere dei calciatori con un prezzo di cartellino molto più basso, valendosi a fine stagione del diritto di riscatto già fissato. Un top player straniero per le società è sempre un affare, anche perchè dopo aver giocato in Italia ha un valore superiore a prima.
TOP PLAYER STRANIERI, MA ANCHE TANTE BUFALE – Hai un cognome straniero? Allora sei sulla buona strada perchè si gridi al top player. Negli ultimi anni però, i presidenti dei vari club hanno pescato nel mucchio anche qualche bufala. Giocatori rivenduti in fretta e furia prima della scadenza per evitare che il prodotto marcito, potesse diventare invendibile. Approdati col bollo di “veri gioiellini” da svezzare a volte, sono ripartiti col bollo di chi è buono solo per una mano a briscola. Intanto i “cantieri primavera” delle nostre società, sfornano diamanti grezzi che non vengono presi nemmeno in considerazione. Sarebbe il caso di iniziare a guardare prima al “moglie e buoi dei paesi tuoi” e poi fare una gita fuori porta.
Il campionato italiano, per modo di dire, conta uno o due italiani per squadra, squadra italiana ricordiamolo. Per fortuna ad alzare la media vi sono società come il Chievo ed il Sassuolo, che tra le sue fila annovera il fenomeno Domenico Berardi, tanto per nominare un’eccellenza made in Italy. Anche le neo promosse alzano la media, ma le big parlano sempre più straniero.