Poco più di un anno fa (il 2 ottobre del 2013 per essere precisi), Eddy Onazi diventava un supereroe. Ricorderete tutti quanto accaduto al centrocampista nigeriano, che nei pressi della Stazione Termini rincorse un borseggiatore, lo bloccò e recuperò un portafogli sottratto a un’anziana turista.Una volta consegnato il ladruncolo alla polizia, Eddy se ne andò in silenzio, senza prendersi alcun merito. Ai microfoni del portale thenationonlineng.net, il classe ’92 è tornato a parlare proprio di quell’episodio: “Ero a cena con mio fratello nei pressi della Stazione Termini. Accanto a noi c’erano alcuni turisti, quando ho visto un ragazzo comportarsi in maniera sospetta, avevo capito che voleva rubare qualcosa. Io credo che il crimine e la violenza non siano cose giuste, certe azioni mi irritano, ancor di più se succedono vicino a me: non posso proprio evitare di agire. Non ho nemmeno avuto il tempo di dire a mio fratello ciò che sospettavo che il ragazzo aveva già strappato il portafogli alla turista. L’ho rincorso per 300 metri, il rapinatore ha lasciato la refurtiva sotto una macchina, ma io me ne sono accorto. Poi ho preso il ragazzo, l’ho riportato al ristorante e ho detto al proprietario del locale di chiamare la polizia. Quando ho restituito il portafogli pieno di soldi alla turista, lei si è messa a piangere per l’emozione. A quel punto, visto che la situazione si era risolta, io e mio fratello ce ne siamo andati”. Senza pensare a farsi pubblicità. Ma era inevitabile che la notizia divenisse di dominio pubblico. Passarono poche ore, la polizia rintracciò il novello eroe per ricostruire l’accaduto: “I poliziotti vennero a casa mia su indicazione del proprietario del ristorante, da lì la notizia è divenuta proprietà dei media. Sono stato intervistato da molti giornali, la storia ha colpito parecchio”. Secondo Onazi quell’episodio è servito per migliorare il suo rapporto con i tifosi della Lazio: “Volevano identificarsi con me, erano orgogliosi di ciò che avevo fatto”. Dalla strada al campo da gioco, Onazi tenta di portare sul manto erboso le stesse qualità che dimostra nella vita di tutti i giorni: “Io non ho paura di nessun giocatore. Quel che conta è la forma fisica, la forza di volontà e la concentrazione. In quanto centrocampista, parte del mio lavoro consiste nell’interrompere il flusso di gioco degli avversari. Ogni giorno ho di fronte giocatori muscolosi, ma io riesco a fronteggiarli molto bene. Ho intenzione di migliorare sempre più per essere un passo avanti agli altri. Mi ripeto spesso che non devo mai far scemare la fiducia che l’allenatore ripone in me. Devo dare al mister ciò che vuole per diventare un giocatore migliore”. Poi si parla di Mondiale, un’esperienza che Eddy si porterà sempre dietro: Una volta terminato, ho passato molto tempo a guardare tutte le partite giocate, ha significato molto per me questa competizione. Sono felice del gioco che ho espresso, anche se potevo fare meglio. Ora con la Nigeria stiamo combattendo per qualificarci alla prossima Coppa d’Africa. Sarà dura, ma dobbiamo provarci sino in fondo”. Con un supereroe in squadra, nulla è impossibile.

fonte:lalaziosiamonoi.it

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