A volte ritornano, viene da pensare, quando in un pomeriggio di settembre a Formello spunta José Antonio Chamot. Due giorni fa era impegnato nella Partita della Pace, oggi l’ex difensore biancoceleste ha assistito agli allenamenti della prima squadra ma anche a quelli del figlio Kevin, in prova nel settore giovanile della Lazio.

Al termine della seduta pomeridiana, l’argentino è intervenuto sulle frequenze della radio ufficiale della società romana, partendo dal suo ritorno sul manto erboso dell’Olimpico, stavolta per lanciare un messaggio di pace: “E’ stata una bellissima iniziativa, e rivedere il Papa è stato fantastico. L’avevo già conosciuto prima che diventasse pontefice. Mi è piaciuto partecipare a questo evento, stare insieme a tutti quei grandi calciatori. Anche se Iturbe mi ha fatto stirare (ride, ndr)”. Ritorno all’Olimpico, dicevamo, poi ritorno a Formello. Un po’ un bentornato  a casa, quando la Lazio ti rimane nel cuore: “Ringrazio questo club per la possibilità che ha dato a mio figlio! La Lazio mi ha insegnato a sognare in grande e mi ha dato la possibilità di onoscere grandi giocatori: Gascoigne, Nesta, Nedved. Parlo sempre alla mia famiglia di quello che ho vissuto qui. Sono stato in tante squadre, ma mi è rimasta la Lazio. Mi piace il calcio come si vive qui a Roma. E poi, l’ambiente è bellissimo, la gente è attaccata ai colori. Rientrare allo stadio mi ha commosso. Lo dicevo a mio figlio, fa venir voglia di tornare. Ho mantenuto contatti con qualche compagno fino a qualche anno fa, ma poi ognuno ha preso strade diverse. Tuttavia,  so che se li rincontrassi li abbraccerei, il calcio è bello anche per tutti gli amici che ti fa conoscere. Derby? Il più sentito per me è quello che ho vissuto a Roma. Questa partita è un privilegio che un giocatore può regalare alla gente”.  Il calore della gente è tutto per Chamot, ma, spiega, più generalmente è tutto per ogni calciatore argentino: “Per me gli argentini sono giocatori sentimentali, vogliono la fiducia della gente, del tecnico. E’ ovvio che bisogna accendere chi ti guarda, ma è anche vero che un giocatore per dare il meglio ha bisogno di calore. Il calcio argentino cerca sempre di generare calciatori giovani, però bisogna stargli dietro. Oggi più che mai: ci sono tante cose, computer, telefonini. I ragazzi si allenano un paio d’ore e poi si isolano con questi oggetti. Io terminavo l’allenamento, tornavo a casa e ne iniziavo uno nuovo. Il calcio italiano ha molti problemi, si parla molto dei tanti stranieri che levano spazio ai nazionali. Ogni squadra dovrebbe avere giocatori giovani già con minuti nelle gambe, pronti a giocare”. Un attenzione particolare, un occhio di riguardo, quasi clinico per i giovani: specialmente a causa dell’impegno di Chamot nello staff tecnico del River Plate: “ Mi piace molto studiare i giovani, ho imparato così a lavorare anche su me stesso, a conoscere i miei difetti e pregi. Il ragazzo deve sapere quello che ha di buono e quello che deve migliorare. Il progetto che ho in cantiere nasce dal mio amore per i sogni dei ragazzi. Voglio che sognino in grande, e voglio aiutarli a realizzare il loro futuro, così come hanno fatto con me”. Per la difesa, la Lazio ha puntato sull’argentino Santiago  Gentiletti: “E’ un calciatore che ha dimostrato a 29 anni di poter vincere la Coppa Libertadores. Ha carattere, potrà fare bene. Ha le capacità di fare felice tutti”. Nonostante la stagione laziale sia partita con il passo falso di San Siro, per l’ex difensore biancoceleste ogni stroncatura è affrettata, e le aspettative che ripone in questa squadra non subiscono ridimensionamenti: “Al di là del risultato, la Lazio non era inferiore al Milan. Deve migliorare alcune cose. Basta un contropiede, e la partita prende un’altra piega. Ha giocato bene al secondo tempo. Mi sono piaciuti i cambi, e poi questa squadra ha qualità e carattere. La gente deve aspettare con fiducia, è importante per squadra e tecnico. E’ ancora presto, c’è tanta strada. Che la gente voglia sempre di più, è giusto. Anche i giocatori vorrebbero sempre vincere. Ma la Lazio ha vinto alcune cose negli ultimi anni, è giusto continuare su questa strada, cercando sempre di migliorare”.

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