Dalle Origini al Secondo Dopoguerra

La Società Podistica Lazio (solo nel 1925 rinominata Società Sportiva Lazio), fu fondata il 9 gennaio 1900 in Piazza della Libertà, nel quartiere Prati di Roma, da un gruppo di nove ragazzi romani, con a capo il giovane sottoufficiale dei Bersaglieri, oltre che atleta podista, Luigi Bigiarelli.


La Lazio, che nelle primissime annate calcistiche della sua storia praticò l’attività sportiva solamente a carattere locale, rivelandosi come la più forte squadra di calcio della Capitale, si affiliò alla FIF almeno dal 1908 (pur costituendo ufficialmente il suo settore calcistico due anni più tardi), partecipò alle prime competizioni federali dal 1910 (anno in cui si svolse la prima edizione laziale della Terza Categoria), e a partire dal 1912 cominciò a disputare la Prima Categoria. Il club romano, il quale visse stagioni importanti nella prima parte degli anni dieci conquistando consecutivamente tre Campionati dell’Italia Meridionale, raggiunse la finalissima del torneo nazionale in quattro occasioni, senza però mai vincerlo, perdendo prima con la Pro Vercelli nel 1913, poi con il Casale nel 1914, e con il Genoa nel 1923; la finalissima del 1915 invece non venne fatta disputare a causa dello scoppio del Primo conflitto mondiale.

Nel 1927 la Lazio, grazie al decisivo intervento del Generale Giorgio Vaccaro, fu l’unica società capitolina a resistere alla volontà del regime fascista di riunire tutte le squadre di Roma in un unico club, quello che sarebbe poi diventato l’A.S. Roma. I biancocelesti parteciparono al primo campionato di Serie A nel 1929 e guidati da Silvio Piola, storico centrattacco della Nazionale, nonché il più prolifico attaccante italiano di tutti i tempi, raggiunse il secondo posto nella stagione 1936-1937, andando a sfiorare quello che sarebbe stato il suo primo Scudetto, e centrando il proprio miglior piazzamento in campionato antecedente alla Seconda guerra mondiale; sempre nel 1937 la formazione capitolina, trascinata ancora una volta dalle reti di Piola, conquista l’accesso alla finale di Coppa dell’Europa Centrale (successivamente ridenominata Coppa Mitropa) in cui fu sconfitta nel doppio confronto dalla compagine ungherese del Ferencvaros.


Gli anni quaranta rappresentano per i colori biancocelesti un decennio vissuto tra alti e bassi, con stagioni di livello, durante le quali la Lazio si attesta subito dopo le grandi squadre del Nord, ma anche con annate che vedono le Aquile attestarsi a metà classifica, soprattutto nel periodo postumo al secondo conflitto mondiale, quando la squadra rimase orfana del bomber Silvio Piola, trasferitosi tra le fila del Grande Torino, dopo aver trascorso nove stagioni in maglia laziale.

Dagli Anni Cinquanta agli Anni Sessanta

Gli anni cinquanta videro la Lazio ottenere risultati altalenanti. Alla fine del decennio arrivò però la vittoria del primo trofeo ufficiale, la Coppa Italia del 1958; nell’occasione, i biancocelesti furono anche la prima squadra italiana a potersi fregiare della coccarda tricolore per il successo nella coppa nazionale. Successivamente, i biancazzurri retrocessero per la prima volta in Serie B nel 1961, ma ritornarono in massima serie due anni dopo.

Dopo alcuni anni con piazzamenti a metà classifica, il club capitolino retrocesse nuovamente nel torneo 1970-1971. Tornata in Serie A la stagione 1972-1973, la Lazio sorprendentemente si dimostrò all’altezza degli altri contendenti al titolo, ovvero Juventus e Milan, e sfiorò la vittoria del Tricolore perdendo all’ultima giornata sul campo del Napoli.

La “spina dorsale” di questa squadra era formata dal difensore, nonché capitano, Pino Wilson, dai centrocampisti Luciano Re Cecconi e Mario Frustalupi, dal bomber Giorgio Chinaglia e dall’indimenticato tecnico Tommaso Maestrelli. Questa Lazio conquistò l’anno successivo il suo primo titolo in Serie A, nel campionato 1973-1974.

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