“È una regola che vale in tutto l’universo
Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso”

(COMBATTENTE- Fiorella Mannoia)

E quale migliore INTRO se non quella che cade a fagiolo?

Oh, finalmente! Ci voleva proprio una partita così stracarica di appeal, papabile per risollevare questa stagione di Europa League che sta finendo sin troppo in sordina rispetto alle illusioni iniziali.
E con in “sordina” sottintendo trascinata inesorabilmente nel baratro, soprattutto dopo il Bodø-gate

Niente, per un attimo avevo creduto al fatto che potessi affrontare il ritorno dei quarti di finale senza l’AMARO in bocca già scritto in faccia al secondo gol dei padroni di casa.
Ma niente, missione fallita.

Oggi ho solo voglia di sottolineare cento volte la differenza rispetto agli anni passati quando, il torneo internazionale, veniva considerato che nemmeno il figlio della serva. È un’analisi molto lucida e chiara della situazione.
Perché sono rimasta ferita sì, però non ho alcuna intenzione di unirmi al movimento filo/disfattista.

Ho bisogno di rassicurazioni, cosa che almeno ai miei occhi è abbastanza evidente.
Frase con cui sto facendo indigestione; sul campo norvegese è difficile giocare. La Lazio mi è piaciuta/non mi è piaciuta ad intermittenza ma, se fosse stata davvero così scarsa come qualcuno vuole farci credere, probabilmente sarebbe andata a casa da mo’ con uno scarto di 40 reti senza finire il girone prima in classifica.
Sarebbe dovuta almeno apparire lapalissiana la difficoltà di fronte alla banda di Knutsen. Non è stato e chi dice il contrario, mente.
E, pur non essendo scazzati come qualcuno ha scritto, in certi minuti sembravano gli impiegati delle poste al calcetto del dopolavoro.

Mi è dispiaciuto perché comunque ho visto una squadra con di spunti interessanti -SE DIO VUOLE LA PALLA ENTRA IN RETE- per loro e non per noi.

Il sorteggio della SAGRATAURNA mi aveva colpito sin dall’inizio.
È vero, avevo pure tirato giù improperi, figuriamoci nell’universo Formelliano dove Lotito ci ha abituati ai suoi peggiori momenti cringe e e narcisi.

Mes eyeux; ora nessuna reazione discutibile, nessun momento imbarazzante.
L’Europa League è stata l’unica cosa ad appassionarmi in questa stagione.
Perché – contrariamente al campionato– la Lazio non ha fatto grandi scivoloni.
E perché –contrariamente al campionato– nonostante l’apparente inadeguatezza, il sentimento in campo si percepiva proprio.

Non mi aspettavo il palo contro il Bodø/Glimt, dopotutto il distacco tra le due formazioni è discretamente evidente, ecco. Cosa che, nonostante la mia incrollabile fiducia, realmente ammetto senza presunzione.

Ma se il match dell’andata ha finito col rivelarsi una mezza ciofeca, è proprio perché abbiamo assistito a qualcosa scontato.

Che poi i social ci provano a guastare l’attesa sminchiando l’intero percorso europeo, ma va così; idolatrano gli strilloni disfattisti e mettono i bastoni tra le ruote ai pochi sani sul carrozzone.
E ti perculano sottolineando quanto trovino inopportuno l’ottimismo, ça va sans dire….
Non sono dello stesso parere.

Che poi va da sé, emotivamente i quarti di finale sono un macigno epico, una sfida che assume i contorni del semi-proibitivo in ottica passaggio del turno, eppure affascinante per il palcoscenico internazionale.
Lo sa Baroni, lo sanno i giocatori e lo sa il mio parrucchiere…

Caccia al grande ribaltone. La Lazio aspetta il Bodo/Glimt e si ripartirà dal 2-0 dell’andata in favore dei norvegesi.
Baroni dovrà fare a meno di Pellegrini, Ibrahimovic, Belahyane e Provstgaard fuori dalla lista Uefa, oltre che di Patric e Nuno Tavares infortunati.
Diversi cambi potrebbero presentarsi in difesa con Gila che dovrebbe rientrare a fianco di Romagnoli.
Novità anche su entrambe le fasce? Lazzari e Hysaj -ad ora- in vantaggio su Marusic.
A centrocampo insindacabile la coppia Guendouzi/Rovella e Vecino pronto a gara in corso.
In attacco può ricomporsi il duo Dia trequartista e Castellanos prima punta. Nessun dubbio su Zaccagni e Isaksen, con Pedro pronto nella ripresa.

LAZIO (4-2-3-1): Mandas; Lazzari, Gila, Romagnoli, Hysaj; Guendouzi, Rovella; Isaksen, Dia, Zaccagni; Castellanos.

A disp.: Provedel, Furlanetto, Gigot, Marusic, Vecino, Dele-Bashiru, Noslin, Tchaouna, Pedro. All.: Baroni.

BODO/GLIMT (4-3-3): Haikin; Sjovold, Gundersen, Bjortuft, Bjorkan; Evjen, Berg, Saltnes; Blomberg, Hogh, Hauge. All.: Knutsen.

Sono sincera; finora non mi sono sbilanciata.
E sono sicura che molti, nonostante la loro natura negativa, ci stanno credendo fino in fondo e –con estrema pazienza– si sintonizzeranno davanti TV, tablet, smartphone….
E -forse- le sceneggiate social, i circhi messi su ad arte, tocca pure ringraziarli alla fine, perché più battono i piedi e più cresce l’hype.

Ripeterò fino alla nausea, allo stress psicologico: il mio desiderio è COMUNQUE quello vedere ‘na Lazio che mi faccia cappottare sul divano. Perché, checché se ne dica, il calcio è anche uno spettacolo.

E con un “dajeeee” pronunciato ad effetto, il cuore è sempre a senso unico.
L’Europa League è un uragano ingestibile da ogni prospettiva la si guardi.
Dopotutto non siete stufi del continuo disfattismo?
In caso contrario, felici voi…

Baci baci, Xoxo 💋

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *