Angelo Fabiani, è intervenuto ai microfoni di Radio Radio.

Abbiamo preso molti gol, ma è anche vero che siamo terzi per gol fatti. Si compensa un po’ tutto. Questo però è di pertinenza dell’allenatore è lui che deve migliorare sia l’una che l’altra situazione. Guai a fare invasione di campo, soltanto a influenzare il tecnico, sennò gli si toglie la legittimità del proprio lavoro. Baroni per me non è una piacevole scoperta, lo conosco da tantissimi anni, confido che la prima panchina nei professionisti gliela feci prendere io all’Ancona. Conosco l’uomo e l’allenatore, so che cerca la perfezione. Non era facile partire da zero dopo la partenza di campioni e dare senso di stabilità e lui ci è riuscito, raggiungendo ai quarti d’Europa e non era preventivabile da parte mia. In campionato siamo sempre stato tra il quarto o quinto posto. Il campionato si è molto livellato, le squadre mediocri sono quelle che levano punti a chi ambisce all’Europa. C’è una moderato soddisfazione, quindi andiamo avanti. Io cerco una mentalità vincente e a Bologna è venuta meno, ma non per colpa del tecnico che ha preparato la partita come in altre occasioni. Sarò ancora più soddisfatto quando si andrà Milano e ce la potremo giocare alla pari.

Personalmente non mi sono illuso di nulla, ma credo tutto l’ambiente Lazio. Non ci siamo esaltati quando abbiamo fatto risultati straordinari e non ci dobbiamo abbattere adesso dopo il 5-0 di Bologna. Quello che conta è dare seguito al progetto e acquisire la mentalità vincente. Non contano i nomi in rosa, conta avere gente affamata, che vuole arrivare, che deve dare qualcosa a livello calcistico. Io faccio affidamento sulla rabbia e sulla determinazione di giovani che vogliono arrivare. Il futuro è dei giovani. Confido molto in loro e nel fatto che la Lazio nei prossimi anni possa fare qualcosa di buono. Non so come identificare il buono, ma so che la strada è giusta. La differenza in campo non la fanno gli stipendi, ma le motivazioni e la mentalità vincente.

Fino a gennaio il gruppo si era ben comportato. Non abbiamo voluto inserire elementi che potevano alterare equilibri e in linea con il percorso abbiamo preso giocatori dal sicuro futuro. Provstgaard ne sentirete parlare; Belahyane è un 2004, piccolino ma grande tecnica. Abbiamo inserito due o tre elementi giovani da coltivare e tirare fuori come fatto con Rovella e altri lo scorso anno. L’importante era non alterare il gruppo, a noi non serviva perché la macchina è funzionante.

Non c’è pessimismo, contrariamente a quanto sentivo rispetto a una possibile scelta della competizione. abbiamo lottato anche per la Coppa Italia contro l’Inter, ci è andata male. Ora vogliamo ben figurare su entrambi i fronti. E’ chiaro che più si va avanti e più la fatica si fa sentire. Ora avremo Torino, Bergamo, poi andremo a Bodo e non avremo neanche il tempo di disfare le valigie e ci sarà il derby. Cerchiamo di onorare tutte le competizioni, poi non so dove arriveremo. Noi dobbiamo andare in campo dando il 100% delle nostre capacità mentali e fisiche. Non sarà facile. Il calendario è così ‘infame’ che ci mette la partita di Bodo tra due partite notevoli. L’Atalanta è ormai una squadra affermata, la Roma sta rialzando la china. Incontreremo partite difficili, speriamo di avere la forza per riuscirne nel migliore dei modi’

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