“Scrivo una lettera per te, così magari la leggerai….”

Non potevo chiedere di meglio per una delle mie ultime opinioni del 2022.
Non potevo chiedere di meglio perché, all’alba del 2023, la mia chiacchierata sarà dedicata ad un giocatore che è riuscito a farmi appassionare DAVVERO dopo anni e anni e anni di magra.

E, soprattutto, mi ha fatto guardare al reparto difensivo con le GOOD VIBES.
Non che non siano arrivati elementi validissimi nell’ultimo decennio, eh, per carità, De Vrij e Acerbi ad esempio sono stati stupendi finché sono durati, Luiz Felipe l’ho amato alla follia, però se parliamo proprio di sentimenti e di consenso totale, beh, allora mi viene in mente subito lui: Alessio Romagnoli.

Ovviamente dal mio commento terrò fuori i paragoni sterili per una serie di ragioni liquidate brevemente: la poracciata che è il tesseramento di Kamenovic sul finale lo scorso gennaio, i 12 milioni completamente ad MINCHIAM di Vavro giusto per confondere le acque.
Quindi trovo inutile accanircisi più di tanto.

Tornando a Romagnoli…
È stata una trattativa il cui esito era scritto dall’inizio.
Il finale era uno, non c’erano alternative e per saperlo bastava cogliere la lazialità sbandierata ai quattro venti, particolari momenti in cui tutto quello che succedeva era finalizzato a capire.
E’ chiaro, niente, se non il tempo, può realmente dire se quell’interesse dichiarato è destinato a svanire al primo soffio di vento, alla prima offerta, ma quel che posso affermare con certezza è che, salvi allucinanti retroscena, Romagnoli PER ME e sottolineo PER ME, è il colpo di mercato più sorprendente al quale abbia assistito negli ultimi anni.

Dopo le difficoltà al Milan, è finalmente tornato leader.
Un difensore affidabile, riflessivo e tanti altri gli potrebbero spicciare casa, nonostante costino il doppio del suo ingaggio, pure il triplo se volete.
E questo è un parere tecnico.
Poi c’è il modo di parlare che piace a me: col cuore

E guardate che è stato così da subito.
Sono vittima di facili entusiasmi, mi entusiasmo pure per un semplice scarparo seriale, figurarsi per Romagnoli.
E pure il trash-mood da “non me ne frega un cazzo” di Lotito mi faceva incazzare e poi sbellicare, abituata come sono alle trattative lagnose già andate a male in appena 20 minuti.

C’è stato un momento in cui avevo davvero percepito la scintilla e da lì la voglia di aspettare, fossero stati mesi di insopportabili conferme – smentite-procuratore.
Non farò la cronistoria di tutti i momenti insignificanti, o di quando le apologie della stampa mi toglievano le sicurezze. E forse le sceneggiate scritte a lettere cubitali tocca pure ringraziarle alla fine, perché più battevano i piedi, più avevamo modo di notare l’abisso che separava Alessio da tutti quelli che sono venuti prima di lui.

Penso che aspettare sia stata una delle cose più elettrizzanti che potessimo fare qua.

Prima le emozioni e poi il campo.
Mai mezzo imbarazzo, mai mezzo momento di disagio, mai una poracciata.
Ecco, per me in questo c’è tutto.
Credo realmente che lui, fino all’ultima ora di trattativa, avesse paura che per Lotito non ci fosse lo stesso interesse che c’era da parte sua eh.
E non ha mollato nemmeno in un accordo estenuante per correre dietro a capricci e pretese.
E tenere botta davanti a Claudio non è affatto cosa semplice, anzi.

Come ho già avuto modo di dire, Alessio è stato proprio il più classico dei colpi di fulmine.
O comunque ben lontano dal gossip becero sul calciomercato di cui normalmente si circonda Formello, notizie e indiscrezioni a tratti folkloristiche.

Insomma, IO, completamente Romagnoli-centrica.

Certo, se non avessimo avuto l’ansia di David Silva Silva Silva, magari due paroline romantiche in più sarebbero potute volare nelle settimane in cui abbiamo atteso l’ufficialità, ma sono bastati gli occhi lucidi della sua prima volta all’Olimpico con la maglia della Lazio –che poi sono gli stessi con i cui io guardo una Vuitton- e stop.

Sarà una bella storia d’amore e non solo una fugace passione.
Le parole mu sono venute giù, le ho spese con piacere e con quella voglia di raccontare che mi viene fuori solo quando sono coinvolta.

La Lazio è un uragano ingestibile e penso ci sia, adesso, la quiete dopo la tempesta.
È stato il perfetto coronamento di tutto.

Del resto….
Comincerò a ripensare all’estate di Vavro per tornare ad essere stronza.
Perché ora basta, divento mielosa e non me sta bene!

Simplemente, Xoxo.

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