Penso che non bisogna avere grandi obiettivi nel calcio perché non si fanno le nozze coi fichi secchi. Poi tanto è il campo che decide e pensando al Bologna, o al Verona, tutti i torti mica li ho.
Obiettivi ce li siamo sempre posti. Sempre più ambiziosi, peraltro.
Eravamo partiti da … Siamo passati per… E siamo arrivati a…
Anno dopo anno abbiamo puntato sempre più in alto, e l’unico risultato è stato quello di cadere sempre più in basso. E non solo metaforicamente, alcune volte, lo sappiamo.
L’altro giorno parlando della partita contro l’Udinese, dicevo che mi era tornato il sorriso. What? Mi son detta poi.
Ricordo male, o tutta la scorsa stagione l’abbiamo passata a frignare per una squadra che un giorno era perfetta e quello dopo ai limiti della decenza?
Arrendiamoci: il mood non è cambiato. Ma manco da lontano.
Non a caso Maurizio Sarri ha parlato di TEMPO, lo ha fatto dall’inizio con la più totale onestà intellettuale. Ha parlato di transizione e di un mercato che potrà dirsi GIUSTO tra 2/3 sessioni.
Ha usato la parola “difficile” mentre noi eravamo talmente persi nel nostro volo pindarico che manco ci ricordiamo più che diceva MAU, né ci preoccupiamo di contraddirci dieci minuti dopo. 
E stiamo pure lì a cercare le pagliuzze nell’occhio.
Potrebbe sembrare un discorso arrendevole e pessimista, non lo è. 
Che poi, se ci pensate, paradossalmente più abbiamo grandi aspettative e meno racimoliamo punti. Contro l’Inter, la Roma e l’Atalanta, ci aspettavamo nada de nada, mentre invece col Bologna prentendevamo una goleada epica.
Avoja a puntare in alto, ma poi è il pallone che decide…
A parte il secondo tempo, il rosso per Milinkovic, Muriqi che non sfiora ‘na palla manco se gliela mettessero sul piede stando fermi tutti intorno, I’m Sorry Vedat me stai tanto simpatico e ti reputo tanto caruccetto but la Serie A non fa per te, mi sono discretamente divertita. 
APPUNTI SPARSI
STRAKOSHA: Ad ogni parata -che ricordiamo- da qualche parte in panchina, Reina iniziava a sentire il botolone aprirsi sotto ai piedi. (8)
HYSAJ: Senza lode, ma sicuramente senza infamia. (6, politically correct)
LUIZ FELIPE: Bravo Luiz, non andare ad abbracciare nessuno, tipo Candreva, non se sa mai, hai visto mai…. Te ricordi Correa? (7)
ACERBI: Tra grandi cose e grandi cazzate. La vita è un’astronave. (6)
MARUSIC: La prossima volta meno chiacchiere e più randellate. Capito Candre’? (7)
MILINKOVIC: Sempre dalla tua parte. E chi dice il contrario, c@zzi suoi! (8)
CATALDI: Non è colpa tua, è colpa mia. Io ho occhi solo per Leiva ma, nonostante ciò, performance ordinata e molto più che onesta. (6,5)
(Dal 63°) LEIVA: Te voglio bene. 
BASIC: Ho la sensazione che sarai sano dispensatore di gioia e gaudio. (6,5)
PEDRO:"Relax, don’t do it, When you wanna go do it, Relax, don’t do it
When you wanna suck, chew it
Relax, don’t do it When you wanna come"… (Ma ce sta, 6)
(Dal 63°) ANDERSON: Io me fido, lo sai. 
IMMOBILE: Ho perso il conto. (8) 
(Dal 45°) MURIQI: Tutti ti odiano ed è già un motivo buono per amarti, personalmente. Calcisticamente parlando, boh, "di più nin zo". (BOH, DAI, NON, IO BOH)
ZACCAGNI: Ma chi c@zzo eri? Ohhhhhh….(7)
(Dal 78°) LAZZARI: S.V.
La vittoria era necessaria, soprattutto dopo le sconfitte della Roma e del Bologna. Non si poteva sbagliare al Ferraris, almeno per raggranellare qualche punticino in classifica e visto mai tornasse utile? Ma questi sono conti che faremo con l’oste quando arriveremo all’ultimo atto.
La vittoria serviva anche e soprattutto per quel pollaio imbarazzante dilagante sui social, pure io ho miseramente sclerato contro la difesa invocando invano il nome di Stefan De Vrij.
Per due battute ironiche, ho sfoderato un’aggressività che…. Il mio disagio, quello grosso.
Lo spernacchiamento social mi sa di minestrina riscaldata e indigesta comunque.
Per questa ragione continuo ancora ad essere fiduciosa sperando di vederle crollare tutte quelle lassù. (Ciao Simo’, te sei il primo).
A patto che DAZN mi eviti quella raggelante connessione ad intermittenza, ma siamo sulla buona strada. 
E dunque, tutto torna.
Simplemente, Xoxo.

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