Non la vittoria a Bologna, la Lazio è ancora alla ribalta delle cronache per gli adesivi, ma anche per le parole di Claudio Lotito durante il volo Milano-Roma di cui l’audio sta girando ovunque.

 Era stato Il Messaggero a divulgarle nei giorni scorsi, questo aveva indignato in modo iracondo molti rappresentanti della comunità ebraica. Questo aveva spinto al gesto di gettare la corona di fiori posta dal patron capitolino dinnanzi la sinagoga nel Tevere, in quanto le sue scuse non erano state ritenute sincere.

E se tutti sono stati colti da uno sdegno senza precedenti per le frasi del presidente della Lazio, arriva “Il Tempo” a spezzare una lancia a favore cercando di fare chiarezza sull’accaduto.

Sull’edizione odierna ha messo in rilievo la reale telefonata che non sarebbe stata fatta tra lui ed un amico, bensì con Pavoncello, figura di riferimento dello sport per la comunità ebraica. 

Motivo della chiamata era la ricerca di un rappresentante della suddetta comunità che partecipasse all’evento organizzato dal club biancoceleste.

Altre telefonate poi sono intercorse con De Martino è Diaconale per sollecitare la preparazione dell’evento.

Viste le mancate risposte da parte della comunità ebraica, sarebbe stato lo stesso Pavoncello a suggerire il gesto della corona di fiori in sinagoga.

Solo dopo essersi sentito più volte dire “no”, Lotito avrebbe pronunciato la frase incriminata che è questa: “Se non c’è nessuno che vado a fare? Una sceneggiata?”

Scritta così suona assai diversa da come ci era stata propinata.

Anche secondo Il Tempo la suddetta frase andrebbe contestualizzata diversamente e cioè l’inutilità di andare lì per poi non trovare nessuno.

Lotito aveva pensato di annullare il tutto, ma i giocatori erano stati già chiamati ed era già stato reso nota la visita alla comunità ebraica. Troppo tardi per annullare.

 

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